Studio Montemarano
associazione
tra professionisti
Lo Studio - Le pubblicazioni | Soci e Associati | Newsletter | Contattarci | Pagina Iniziale |
The Firm | Partners and Associates | Newsletter | Contact us | Home |
NEWSLETTER
Lo Studio pubblica le
«newsletter», che illustrano le principali novità giuridiche ed
amministrative nei campi che interessano la propria
clientela, cui esse sono riservate ed a cui vengono rimesse
gratuitamente. I contributi scientifici, tecnici e divulgativi, redatti a
cura dei singoli dipartimenti dello Studio, sono di proprietà dei rispettivi
Autori, soci o associati dello Studio.
SETTEMBRE 2025
SE IL PATTO DI PROVA È NULLO SI FA LUOGO ALLA
REINTEGRAZIONE
La sentenza n. 24201 del 29 agosto 2025 della Sezione
Lavoro della Cassazione ha così sintetizzato l’incidenza della successione di
leggi nel tempo in materia di conseguenze del licenziamento illegittimo per
nullità del patto di prova: A) prima del 2012, la tutela variava solo in
considerazione del requisito dimensionale, per cui spettava la reintegrazione
prevista dall'art. 18 Stat. Lav. ovvero il risarcimento dei danni riconosciuto
dalla L. n. 604/1966 in difetto delle condizioni necessarie per l'applicabilità
della tutela reale; B) dopo il 2012 (legge n. 92/2012) si è ritenuto che andasse
applicata la tutela reintegratoria
«attenuata»,
introdotta dal Jobs Act con la modifica del comma 4 dell’art.18 cit.; C) con
l'entrata in vigore del D.lgs. n. 23/2015 si è affermato l’assoggettamento alla
regola generale della tutela indennitaria di cui all'art. 3, comma 1, del
decreto. Tale ultima impostazione deve però, ad avviso della Corte, essere ora
rivista alla luce dei princìpi formulati dalla Corte Costituzionale con la
sentenza n. 128 del 2024 che, nel riallineamento delle tutele previste per i
licenziamenti per giustificato motivo o privi di giusta causa, consente di
ritenere il recesso disposto per il mancato superamento di un patto di prova
geneticamente nullo un’ipotesi di licenziamento privo di giustificazione
«per
insussistenza del fatto»,
con il riconoscimento, quindi, della tutela reintegratoria di cui al comma 2
dell'art. 3 D.Lgs. n. 23/2015, come costituzionalmente interpretato. Infatti, il
mancato superamento di una prova che non esiste è, in sostanza, una chiara
ipotesi di «insussistenza
del fatto».
QUANDO PER VENDERE OCCORRE LA SANATORIA EDILIZIA
La Seconda Sezione Civile della Cassazione, con la
sentenza n. 23595 del 20 agosto 2025, ha deciso che in un contratto preliminare
di compravendita immobiliare il recesso del promissario acquirente può essere
considerato legittimo, qualora il promittente venditore non si attivi
tempestivamente per ottenere il rilascio dei documenti necessari alla
definizione della pratica di sanatoria edilizia e alla liberazione del bene da
vincoli quali gli usi civici.
VIOLENZA SESSUALE AGGRAVATA SE IL REO È
«DOCENTE DI
FATTO»
L’art. 609-ter, n. 5 bis, cod. pen. considera circostanza
aggravante del reato di violenza sessuale che il fatto svenga commesso
all’interno o nelle immediate vicinanza di un istituto di istruzione o di
formazione frequentato dalla vittima. La Terza Sezione Penale della Cassazione
nella sentenza n. 28965 del 6 giugno 2025 chiarisce che la fattispecie si
realizza anche se l'autore del reato non sia formalmente incaricato come
docente, ma svolga attività formativa all'interno di una struttura accreditata
come ente formativo.
VIOLAZIONI TRIBUTARIE PER
«COLPA»
DEL COMMERCIALISTA
Secondo la Quinta Sezione Civile della Cassazione
(ordinanza n. 22742 del 6 agosto 2025), in presenza di violazioni tributari, il
contribuente deve dimostrare l'assenza di colpa per escludere la propria
responsabilità. La prova dell'assenza di colpa consiste nella dimostrazione di
avere vigilato sull'operato del professionista incaricato della trasmissione
telematica delle dichiarazioni o della gestione degli adempimenti fiscali.
QUANDO SI PRESCRIVE IL DIRITTO ALLA RENDITA VITALIZIA
INPS
Le Sezioni Unite Civili della Cassazione, con la sentenza
n. 22802 del 7 agosto 2025, hanno argomentato che, ai fini dell'esercizio della
facoltà di chiedere all'Inps la costituzione della rendita vitalizia riversibile
disciplinata dall'art. 13, comma 1, L. n. 1338/1962, il termine di prescrizione
decorre: a) per il datore di lavoro, dall’intervenuta prescrizione dei
contributi; b) per il lavoratore, da quando si è prescritto il diritto del
datore di lavoro di chiedere la costituzione della rendita.
LA PROCURA AL DIFENSORE PUÒ ESSERE IN LINGUA STRANIERA
Le Sezioni Unite Civili della Cassazione, con la sentenza
n. 17876 del 2 luglio 2025, hanno stabilito che, ai sensi degli artt. 122 e 123
cod. proc. civ., la lingua italiana è obbligatoria per gli atti processuali in
senso proprio e non anche per gli atti prodromici al processo (quali, in
particolare, gli atti di conferimento di poteri a soggetti processuali: procura
alle liti, nomina di rappresentanti processuali, autorizzazioni a stare in
giudizio e correlative certificazioni), che, se redatti in lingua straniera,
devono ritenersi prodotti validamente, avendo il giudice la facoltà, ma non
l'obbligo, di procedere alla nomina di un traduttore, del quale può fare a meno
allorché sia in grado di comprendere il significato degli stessi documenti o
qualora non vi siano contestazioni sul loro contenuto o sulla loro traduzione
giurata allegata dalla parte.
AUTORICICLAGGIO ANCHE SE LE OPERAZIONI SONO TRACCIABILI
Si macchia del reato di autoriciclaggio chi, avendo
commesso o concorso a commettere un delitto, impiega, sostituisce, trasferisce,
in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i
beni o le altre utilità provenienti dalla commissione di tale delitto, in modo
da ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza delittuosa
(art. 648-ter.1 cod. pen.). La sentenza n. 205348, depositata il 14 maggio 2025
dalla Seconda Sezione Penale della Cassazione, ha ribadito che questo reato può
sussistere anche attraverso operazioni finanziarie che risultino tracciabili,
purché idonee ad ostacolare concretamente l'accertamento della provenienza
delittuosa del denaro, poiché si realizza con qualsiasi attività di impiego,
sostituzione o trasferimento dei proventi del delitto, che contribuisca a
rendere difficile la loro identificazione.
ESCLUSIONE DAL TURNO NOTTURNO PER DEMANSIONAMENTO
Il danno da demansionamento, ai sensi dell'art. 2103 cod.
civ., può originare risarcimenti per dequalificazione professionale e danno
biologico, nonché per il danno patrimoniale derivante dalla perdita di
retribuzioni accessorie precedentemente percepite, quali le maggiorazioni per
lavoro notturno, anche in assenza di diritti quesiti del lavoratore a essere
impiegato nel turno notturno (Cassazione, Sezione Lavoro, 5 agosto 2025, n.
22636).
SOLO GLI EREDI POSSONO FAR VALERE IL DANNO TANATOLOGICO
La legittimazione a proporre domanda di condanna al
risarcimento del danno per la morte di una persona causata dal fatto illecito
altrui si acquista dai prossimi congiunti per diritto proprio e non per diritto
ereditario. Pertanto, conclude l’ordinanza n. 14970 depositata il 4 giugno 2025
dalla Terza Sezione Civile della Cassazione, i congiunti non debbono provare di
essere eredi per esercitare l'azione risarcitoria per danno non patrimoniale da
perdita del rapporto parentale e danno patrimoniale da lesione del credito: la
prova della qualità di erede rileva solo in relazione al danno tanatologico,
vale a dire il danno subito dalla vittima nel lasso di tempo tra la lesione e la
morte, quando la persona è cosciente della propria fine imminente ed avverte la
sofferenza legata alla consapevolezza dell’inevitabilità della morte.
FATTURA EMESSA DA PERSONA DIVERSA DALL’EFFFETTIVO
PRESTATORE
Il delitto di emissione di fatture per operazioni
inesistenti – si legge nella sentenza n. 29689, depositata il 4 giugno 2025
dalla Terza Sezione Penale della Cassazione -
è configurabile anche nel caso di fatturazione solo soggettivamente
falsa, in cui l'operazione oggetto di imposizione fiscale sia stata
effettivamente eseguita, ma non vi sia corrispondenza soggettiva tra il
prestatore indicato nella fattura e il soggetto giuridico che ha erogato la
prestazione, in quanto sia così possibile conseguire il fine illecito di
consentire a terzi l'evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto.
IL DIFFERIMENTO DELLA CARCERAZIONE PER MOTIVI DI SALUTE
Ai fini dell'accoglimento di un'istanza di differimento
facoltativo dell'esecuzione della pena detentiva per gravi motivi di salute, ad
avviso della Quinta Sezione Penale della Cassazione (sentenza n. 27593,
depositata il 30 maggio 2025) non è necessaria un'incompatibilità assoluta tra
la patologia e lo stato di detenzione, bensì occorre che l'infermità o la
malattia comportino un serio pericolo di vita per l’impossibilità di assicurare
adeguate cure mediche in ambito carcerario, ovvero causino al detenuto
sofferenze aggiuntive ed eccessive, in violazione del diritto alla salute e del
senso di umanità al quale dev’essere improntato il trattamento penitenziario
UNIVERSITÀ: LA VALUTAZIONE DELLA PRODUZIONE SCIENTIFICA
La Settima Sezione del Consiglio di Stato (sentenza n.
7043 del 14 agosto 2025) ha stabilito che i metodi valutativi adottabili nelle
procedure concorsuali universitarie, con riferimento alla produzione scientifica
dei candidati, si differenziano fondamentalmente per due diversi approcci;
quello analitico-induttivo e quello sintetico-deduttivo, entrambi astrattamente
validi. Il primo privilegia un'attività valutativa della commissione che,
partendo dal dato rappresentato dalla singola pubblicazione prodotta dal
candidato, le attribuisce un punteggio specifico per giungere, solo all'esito
dell'esame di ciascuna di esse, a una valutazione complessiva del profilo
scientifico dello scrutinato. Nel secondo approccio, invece, la commissione,
prima procede a una valutazione complessiva, per così dire con vista panoramica
su tutti i lavori prodotti dal candidato, quindi successivamente provvede a
riscontrare il giudizio particolareggiato cui è pervenuta, riferito ai lavori
che solo in seguito analizza in modo più puntuale.
DANNI DA MANCATO GODIMENTO DEI RIPOSI SETTIMANALI
La mancata fruizione del riposo compensativo, secondo la
sentenza n. 22289 del 2 agosto 2025 della Sezione Lavoro della Cassazione, non
genera automaticamente un danno risarcibile per usura psico-fisica. Perché tale
risarcimento sia riconosciuto, è necessaria la prova di un danno concreto e del
mancato rispetto delle previsioni contrattuali o normative concernenti il riposo
settimanale. Il risarcimento non è pertanto dovuto se il riposo compensativo
viene garantito entro periodi contrattualmente stabiliti.
IL PEDONE NON HA SEMPRE RAGIONE
In caso di investimento pedonale, il conducente per
vincere la presunzione di responsabilità esclusiva istituita dall’art. 2054,
primo comma, cod. civ., deve dimostrare di avere adottato tutte le cautele
esigibili, incluse quelle relative alla velocità di guida, e che il pedone abbia
tenuto una condotta non solo colposa, ma anche imprevedibile, tale da non
lasciare alcuna possibilità di prevedere ed evitare il sinistro (Cassazione,
Terza Sezione Civile, 29 luglio 2025, n. 21761).
DIMISSIONI E INDENNITÀ SOSTITUTIVA DEL PREAVVVISO
Nel rapporto di lavoro a tempo indeterminato l'istituto del recesso - disciplinato dall'art. 2118 cod. civ. - adempie ad una funzione destinata a variare in funzione della considerazione della parte non recedente: in caso di licenziamento, si ritiene che il preavviso abbia la funzione di garantire al lavoratore la continuità della percezione della retribuzione in un certo lasso di tempo al fine di consentirgli il reperimento di una nuova occupazione; in caso di dimissioni, il preavviso ha la finalità di assicurare al datore di lavoro il tempo necessario ad operare la sostituzione del lavoratore recedente o ad assumere eventuali decisioni volte ad introdurre modifiche nell'organizzazione del lavoro. Nel caso di specie la Sezione Lavoro della Cassazione (ordinanza n. 20357 del 21 luglio 2025) ha ritenuto incensurabile la sentenza impugnata in quanto, nella circostanza, la Corte di Appello aveva correttamente condannato la società ricorrente alla restituzione delle somme trattenute a titolo di indennità sostitutiva di preavviso dopo la presentazione delle dimissioni da parte dei lavoratori in quanto la stessa, non solo aveva manifestato la carenza di ogni interesse alla prestazione lavorativa nell'immediato, esonerando i lavoratori medesimi dal prestarla, ma soprattutto era carente di interesse anche alla prosecuzione del rapporto alla luce della procedura di mobilità, avviata in data antecedente alle predette dimissioni.
APPALTI PUBBLICI E TUTELA AMBIENTALE
La tutela dell'ambiente passa anche attraverso la
conclusione delle procedure a evidenza pubblica e la verifica della conformità
ai Criteri Ambientali Minimi («Cam»)
delle offerte presentate e si traduce in un uso strategico dei contratti
pubblici, coerente con una finalità ulteriore rispetto a quella della tutela
della concorrenza. La disciplina contenuta nell'art. 57 D.Lgs. n. 36/2023
conferma, secondo quanto motivato dalla Quinta Sezione del Consiglio di Stato
nella sentenza n. 6651 del 25 luglio 2025, l'obbligo di includere i Cam nei
documenti progettuali e di gara, peraltro in perfetto allineamento con le
modifiche agli artt. 9 e 41 Cost. ad opera della L. Cost. n. 1/2022, aventi la
chiara finalità di una maggiore tutela dell'ambiente e della salute e della
regolazione delle attività economiche in un'ottica di sostenibilità. I Cam sono
anche in linea con la finalità perseguita dagli artt. 67 e 68 della direttiva
2014/24/Ue, che consentono alle stazioni appaltanti di aggiudicare gli appalti
sulla base del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, tenendo
conto non solo del prezzo, ma anche dei costi del ciclo di vita del bene,
servizio o lavoro, inclusi i risparmi e i benefici ambientali per la
collettività. Questo approccio mira a favorire l'adozione di soluzioni più
sostenibili, premiando quelle che, pur potendo avere un costo iniziale
leggermente superiore, offrono maggiori benefici ambientali e economici nel
lungo periodo.
LA DECADENZA DALLA RESPONSABILITÀ GENITORIALE
La decadenza dalla responsabilità genitoriale rappresenta
una misura estrema e può essere disposta solo se la condotta del genitore si
traduce in un grave pregiudizio per il minore. Tale valutazione, ha motivato la
Prima Sezione Civile della Cassazione nell’ordinanza n. 21177 del 24 luglio
2025, dev’essere fondata su fatti concreti e desunti da indizi gravi, precisi e
concordanti: è in ogni caso necessaria una prognosi sull'effettiva possibilità
di recupero delle competenze genitoriali attraverso un percorso di crescita e di
sviluppo.
RESPONSABILITÀ DEL MEDICO CHE NON RISPETTA LE LINEE
GUIDA
In tema di responsabilità penale del medico chirurgo per
colpa, è configurabile la colpa grave quando l'errore di valutazione sia
macroscopico ed evidente, in particolare qualora il chirurgo operatore non abbia
rispettato le raccomandazioni delle linee guida o delle buone pratiche
clinico-assistenziali, quali ad esempio la conversione di un intervento
laparoscopico in cielo aperto in caso di difficoltà o dubbi nella individuazione
corretta del vaso sanguigno (Cassazione, Quarta Sezione Penale, 4 luglio 2025,
n. 26842)-
IMPUTAZIONE TRIBUTARIA DEI COMPONENTI DEL REDDITO
D’IMPRESA
La Quinta Sezione Civile della Cassazione con la sentenza
n. 24485 del 4 settembre 2025 ha deciso che in tema di imposte sul reddito di
impresa, ai sensi dell'art. 109 Dpr n. 917/1986, i ricavi, le spese e gli altri
componenti positivi e negativi del reddito devono essere imputati all'esercizio
in cui si manifestano nella loro oggettiva certezza, sia quanto alla sussistenza
sia con riferimento all'ammontare.
IRRAGIONEVOLE DURATA DEL PROCESSO
In tema di equa riparazione per l'irragionevole durata
del processo ai sensi dell'art. 2 L. n. 89/2001, anche per le persone giuridiche
il danno non patrimoniale, inteso come danno morale soggettivo correlato a
turbamenti di carattere psicologico, è conseguenza normale, ancorché non
automatica e necessaria, della violazione del diritto alla ragionevole durata
del processo, di cui all'art. 6 della Convenzione europea per la salvaguardia
dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, a causa dei disagi e dei
turbamenti di carattere psicologico che la lesione di tale diritto solitamente
provoca alle persone preposte alla gestione dell'ente o ai suoi membri (Cass.;
Seconda Sezione Civile, ordinanza n. 24404 del 2
settembre 2025).
L’INDENNITÀ DI FINE SERVIZIO AGLI EREDI DELL’EX CONIUGE
Il diritto alla quota dell'indennità di fine servizio,
spettante ai sensi dell'art. 12-bis L. n. 898/1970, ha carattere patrimoniale e
può essere azionato dagli eredi dell'ex coniuge titolare dell'assegno divorzile,
che non sia passato a nuove nozze, ove il decesso dell'avente diritto intervenga
dopo la cessazione del rapporto di lavoro dell'ex coniuge obbligato. Questo
diritto persiste anche quando il pagamento da parte del datore di
lavoro-pubblica amministrazione sia previsto, per ragioni di equilibrio di
bilancio pubblico, in un momento successivo alla cessazione del rapporto di
lavoro, purché intervenga dopo la proposizione della domanda e preceda la
decisione (Cassazione, Prima Sezione Civile, sentenza n. 24289 del 1° settembre
2025).
QUANDO SI CONSUMA IL REATO DI REVENGE PORN
L’art. 612-ter cod. pen. punisce con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000 chi, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate; la stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. La Quinta Sezione Penale della Cassazione, nella sentenza n. 18473 del 16 maggio 2025, ha chiarito che le diverse condotte – alternativamente punite – di consegna o di cessione presuppongono l’arrivo delle immagini ad un qualche destinatario, mentre la condotta di invio delle stesse, non diversamente dalla diffusione e dalla pubblicazione, si consuma nel momento esatto in cui l’autore invia (o diffonde o pubblica) le immagini in suo possesso senza il consenso della persona ritratta.
DISCRIMINATORIO LICENZIARE IL DISABILE SE SCADE IL
COMPORTO
La Sezione Lavoro del Tribunale di Roma con la sentenza
n. 5382 del 3 dicembre 2024 ha aderito all’innovativo indirizzo di legittimità
(Cass. 5 giugno 2024, n. 15747; Cass. 2 maggio 2024, n. 11731; Cass. 21 dicembre
2023, n. 35747; Cass. 31 marzo 2023, n. 9095), secondo cui configura
discriminazione indiretta la disposizione della contrattazione collettiva che
preveda un unico termine di scadenza del periodo di conservazione del posto di
lavoro del dipendente assente per malattia, senza considerare in misura
differenziata i lavoratori portatori di handicap. Il licenziamento
conseguentemente comminato, neppure preceduto dalla richiesta da parte del
datore di lavoro di preventivi chiarimenti al lavoratore in ordine a tali
aspetti e dal preavviso dell’approssimarsi della scadenza del comporto, è nullo
e implica la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro, con la
corresponsione di un’indennità commisurata all’ultima retribuzione di
riferimento per il calcolo del Tfr dalla data del licenziamento fino a quella
dell’effettiva reintegrazione, oltre al versamento dei contributi previdenziali
e assistenziali. Sulla stessa linea è la normativa dell’Unione, che attribuisce
al disabile il diritto ad un «accomodamento ragionevole» nell’ambito
organizzativo datoriale (Corte Giust. Ue 18 gennaio 2024, C-631/22).
LA RIPARTIZIONE DELLA RESPONSABILITÀ MEDICA
La responsabilità della struttura sanitaria per i danni
causati al paziente viene qualificata come
«contrattuale»,
sia per i propri inadempimenti che per i comportamenti colposi o dolosi dei
medici di cui si avvale, ai sensi degli artt. 1218 e 1228 cod. civ., anche se
non sono suoi dipendenti. La Tredicesima Sezione del Tribunale di Roma nella
sentenza n. 2925 del 26 febbraio 2025 ha applicato il principio in base al
quale, seppure la struttura sanitaria risponde verso il paziente per l'intero
danno subìto, tale responsabilità solidale non incide nei rapporti interni con
il medico: infatti, fra questi due condebitori l'obbligo di risarcire i danni al
paziente si divide in base al grado di responsabilità di ognuno di loro.
QUANDO LA TRANSAZIONE È
«NOVATIVA»?
La transazione è novativa quando coesistono due elementi, uno di natura oggettiva e uno di natura soggettiva: a) sul piano oggettivo, è necessario che le parti, per risolvere o prevenire una lite, addivengano ad una rinunzia reciproca, anche parziale, alle proprie pretese, volta a modificare, estinguendola, la situazione negoziale precedente e ad instaurarne una nuova in quanto tra i due rapporti, il vecchio e il nuovo, vi sia una situazione di obiettiva incompatibilità; b) sul piano soggettivo, è necessario che sussista un'inequivoca manifestazione di volontà delle parti in tal senso, ovvero che esse abbiano palesato il loro intento di instaurare un nuovo rapporto giuridico e di estinguere quello originario, dando a tale volontà forma e contenuto adeguati (Cassazione, Prima Sezione Civile, ordinanza n. 5565 del 3 marzo 2025).